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Tutto quello che c'è da sapere sulla direttiva CSRD per le flotte di veicoli

Tutto quello che c'è da sapere sulla direttiva CSRD per le flotte di veicoli

BD
Bertrand Deguerne
Bertrand Deguerne
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La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) segna una svolta decisiva nel panorama normativo europeo, imponendo alle aziende rigorosi standard di rendicontazione non finanziaria. Per i gestori di flotte, questa direttiva rappresenta una sfida, ma anche un'opportunità per rafforzare il loro impegno verso la sostenibilità e la responsabilità sociale. Come possono le flotte commerciali conformarsi alla CSRD? flotte commerciali ? Quali sono i requisiti e le strategie per conformarsi a questi nuovi standard?

Che cos'è la direttiva CSRD?

La CSRD è una legge europea che impone alle grandi aziende di pubblicare relazioni sul loro impatto ambientale, sociale e di governance (ESG). Il suo scopo è quello di rendere le aziende più trasparenti sul loro contributo alla sostenibilità. Per le aziende che gestiscono flotte di autovetture, ciò significa che ora devono riferire su come i loro veicoli contribuiscono alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla transizione energetica. Questa direttiva è in linea con altre normative sull'ecologizzazione delle flotte, come la legge LOM e i criteri ESG.

Requisiti specifici per le flotte di autovetture

La CSRD impone alle flotte di veicoli obblighi di rendicontazione CSR molto severi. I gestori delle flotte devono raccogliere e comunicare dati dettagliati sulle emissioni dei loro veicoli, comprese le emissioni dirette (ambito 1) e le emissioni indirette legate all'energia utilizzata (ambito 2). Inoltre, dovranno considerare anche le emissioni dell'ambito 3, che comprendono le emissioni generate lungo tutta la catena di fornitura, dai fornitori di veicoli ai carburanti utilizzati.

La transizione verso flotte elettriche sta quindi diventando una priorità, non solo per ridurre le emissioni, ma anche per soddisfare i requisiti della CSRD. Le aziende devono valutare il loro mix energetico e la percentuale di veicoli elettrici nella loro flotta per ridurre al minimo l'impatto ambientale.

La transizione energetica e la gestione delle flotte

La transizione energetica è al centro delle preoccupazioni della normativa CSRD. Le aziende devono ora dimostrare come stanno integrando la sostenibilità nella gestione delle loro flotte. Ciò include l'adozione di veicoli elettrici, la riduzione del consumo di carburante e l'ottimizzazione dei viaggi per ridurre l'impronta di carbonio.

I gestori di flotte dovrebbero anche considerare l'integrazione di soluzioni di mobilità sostenibile come il car sharing, l'uso di veicoli condivisi e l'installazione di punti di ricarica per i veicoli elettrici. Integrando queste strategie, le aziende possono non solo soddisfare i requisiti della CSRD, ma anche beneficiare di risparmi sui costi e migliorare l'immagine del proprio marchio come attore responsabile.

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Le sfide della conformità

La conformità alla CSRD rappresenta una vera e propria sfida per molte aziende, non da ultimo per la complessità della rendicontazione richiesta. È essenziale mettere in atto sistemi efficaci di gestione dei dati per raccogliere, tracciare e comunicare le informazioni sulle emissioni della flotta e sulla sostenibilità.

I responsabili delle flotte e i team delle risorse umane devono aggiornarsi, anticipare i requisiti della CSRD e il loro ruolo nella transizione energetica dell'azienda.

Il calendario di introduzione graduale della direttiva CRSD

La direttiva CSRD si sta gradualmente radicando nell'economia europea e, col tempo, sempre più aziende ne saranno interessate: 

  • Dal 2024, le prime aziende interessate saranno quelle già disciplinate dalla NFRD (Non Financial Reporting Directive). Si tratta delle aziende che impiegano più di 500 persone e hanno un fatturato superiore a 40 milioni di euro o un bilancio superiore a 20 milioni di euro. Saranno tenute a pubblicare il loro rapporto conforme alla CSRD a partire dal 2025.
  • Nel 2025, la direttiva sarà estesa a tutte le grandi imprese europee. Quelle con almeno 250 dipendenti, un fatturato di almeno 40 milioni di euro o un totale di bilancio di 20 milioni di euro.
  • Nel 2026 sarà la volta delle PMI quotate sui mercati regolamentati (ad eccezione delle microimprese). Queste PMI beneficeranno di standard di rendicontazione più leggeri, con la possibilità di rinviarne l'applicazione fino al 2028.
  • Nel 2028 saranno soggette a questi obblighi anche alcune grandi imprese extraeuropee con un fatturato superiore a 150 milioni di euro in Europa e che hanno filiali o succursali nell'Unione Europea.

Questa implementazione graduale consente alle aziende di adattare gradualmente le loro pratiche di rendicontazione ai nuovi requisiti della CSRD, dando loro il tempo necessario per conformarsi agli standard di trasparenza e sostenibilità imposti dall'Unione Europea.

Opportunità e vantaggi per le imprese

Sebbene la CSRD imponga nuovi vincoli, offre anche opportunità alle aziende di differenziarsi grazie al loro impegno per la sostenibilità. Le aziende che riusciranno a conciliare la gestione della flotta con i requisiti della CSRD non solo potranno evitare le sanzioni, ma potranno anche rafforzare la loro posizione sul mercato come attori responsabili.

Adottando un approccio proattivo, le aziende possono trasformare le sfide della CSRD in opportunità di crescita sostenibile. L'attuazione di strategie efficaci di CSR, come l'aumento della percentuale di veicoli elettrici nella flotta o il miglioramento dell'efficienza energetica, non solo può ridurre i costi a lungo termine, ma può anche attrarre investitori attenti ai temi ESG.

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